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Articolo di Tony Scofield

Tony Scofield è stato Presidente della Radionic Association e attualmente fa parte del suo comitato medico e scientifico. Questo estratto dell’articolo è tratto dal Radionic Journal, Spring 2007, vol.52 n° 2)

Recentemente stavo pranzando con dei miei ex-colleghi in un pub quando due di loro, ambedue scienziati sofisticati, hanno ammesso che non comprenderemo mai la vita, l’universo e qualunque cosa, il che da una parte mi ha sorpreso, dall’altra mi ha rinfrescato. Ho risposto che parlando con una visione logica, l’universo non è forse impossibile come qualcosa che nasce dal niente, almeno il niente che conosciamo? Non posso accettare la risposta dei fisici che questa non è una domanda valida, né che tutto possa essere spiegato dalla matematica. Anche pensare ad un Dio, non risolve da dove è venuto questo Dio? Naturalmente, la soluzione è che stiamo cercando di comprendere il mondo solo con la conoscenza a noi disponibile, che è, a quanto pare, insufficiente. Molto manca, e di questo, sospetto che non avremo mai coscienza in questa esistenza. Nella nostra attuale manifestazione non possediamo semplicemente i sensi per vederlo. Tuttavia, il vantaggio di cercare di capire il significato della vita, l’universo e tutto il resto insieme alla gradita compagnia di amici in un pub è che l’inevitabile fallimento è ampiamente compensato da una eccellente pinta di Shepherd Neame Masterbrew!

Il principio radionico: la mente sulla materia

Le spiegazioni di come funziona la radionica implicano sia un approccio fisico, scientifico, che un approccio più esoterico, che include la mente e la coscienza. In questo articolo sviscero le ultime spiegazioni proposte alla luce degli avanzamenti nella meccanica quantistica come nell’aumentato riconoscimento che viene posto sul ruolo della mente. Poiché la pratica radionica si è anch’essa evoluta, il ruolo centrale della mente in questo tipo di guarigione è ancora più appariscente. Sono passati 24 anni da quando David Tansley nel suo libro “Radionics, Science or Magic?” sottolineava l’inconsistenza tra la pratica radionica e il modello fisico che molti hanno adottato come mezzo per spiegare ciò che fanno. Credeva che la radionica non avesse un posto nel sistema di credenze della scienza ortodossa ma fosse una “interfaccia con dimensioni più elevate di realtà e coscienza”. Considerava la radionica una forma di “guarigione mentale nella quale gli apparecchi non sono necessari per scoprire o misurare quelle energie che forniscono un quadro del paziente. Sono semplicemente un fattore di collegamento, o fattore chiave, in un processo di scambio di energie che avviene a un livello superiore a quello fisico. Gli strumenti possono avere il loro ruolo da giocare ma solo fino a che fungono da legame e da focalizzazione dei poteri di guarigione dell’operatore”.

Tansley era esplicito nel sostenere che per almeno 50 anni le reazioni e le scoperte radioniche erano state interpretate scorrettamente, usando termini clinici presi direttamente dalla medicina ortodossa, quando avrebbero dovuto essere interpretati come indici di assorbimento, distribuzione e flusso di energie, o la loro mancanza nella personalità umana. Introdusse nella radionica il concetto di due dimensioni di attività. Nella Dimensione I domina l’emisfero sinistro del cervello, ed è l’aerea della logica e delle nostre attività ordinarie, il livello della realtà fisica. Nella Dimensione II domina invece l’emisfero destro, e l’intuizione regna sovrana, è la dimensione della realtà trascendente olistica, della coscienza. In questa dimensione tempo e distanza non esistono, e la guarigione avviene istantaneamente appena il campo energetico del paziente e dell’operatore si intrecciano, quando l’operatore pensa al paziente. La sua teoria, sebbene non originale perché già sostenuta da precedenti ricercatori, afferma fermamente che la radionica non può essere spiegata senza un modello esoterico, e fu proprio Tansley a introdurre i concetti del misticismo orientale per fornire un modello con cui lavorare.

Molti oggi credono che sia l’energia della mente il principio operativo fondamentale della radionica e una figura chiave nel portare questa nozione agli operatori radionici fu George de la Warr. De la Warr investigò il fenomeno sperimentalmente. Per esempio, condusse esperimenti su piante coltivate nella vermiculite. Disse ai suoi assistenti quale vermiculite era stata trattata radionicamente per aumentare la rata di crescita delle piante, e quale no. In realtà, nessuno dei due materiali era stato trattato, eppure le piante coltivate in quello che gli assistenti pensavano fosse stato trattato crebbero meglio. Simili esperimenti sono stati condotti da altri. In effetti Tansley credeva che il più grande contributo dei de la Warr alla radionica fosse proprio richiamare l’attenzione di volta in volta sempre sul ruolo della mente nella radionica.

La mente può essere considerata il veicolo della coscienza umana, che include sia i processi consci che quelli inconsci che influenzano il comportamento. Una mente universale, suggerita da Alice Bailey sarebbe associata ad una coscienza universale, se tale cosa esiste. Infatti questo è un discorso di fede. Comunque questi concetti che sono spiegati in dettaglio dai non-scienziati spesso forniscono una base che permette di comprendere la radionica. Sia Westlake che Tansley espressero la visione che la comprensione della radioestesia e della radionica erano malamente ostacolate dal desiderio di spiegare il fenomeno nei termini di una scienza ortodossa. Tuttavia, molte cose sono cambiate nella fisica da quando Tansley pubblicò il suo libro sebbene ci sia sempre tensione tra coloro che adottano una spiegazione fisica e quelli che preferiscono una visione più esoterica. Lo scopo di questo articolo è di riesaminare se la radionica sia meglio spiegata dai concetti della scienza moderna o come Tansley suggerì, dal coinvolgimento della mente e della coscienza umana.

La guarigione e la meccanica quantistica

Ultimamente l’attenzione di molti di coloro che praticano la medicina vibrazionale si è rivolta alla fisica quantistica alla ricerca di un paradigma accettabile per spiegare fenomeni come la guarigione. La meccanica quantistica descrive il comportamento delle particelle fondamentali a livello subatomico. Tuttavia, la sua comprensione è molto difficile per la stragrande maggioranza delle persone! Nonostante ciò, molti scrittori di medicina complementare hanno provato a mettere in relazione ciò che accade nell’interazione paziente/guaritore prendendo come riferimento lo strano comportamento del mondo a livello quantico. Nel giro di pochi anni il ruolo del vuoto quantico e il relativo mare di energia punto-zero predetto dal Principio di Indeterminazione di Heisenberg sono diventati una struttura in cui piazzare svariati fenomeni paranormali, incluso la guarigione. Che ci sia o meno alcuna validità in tutto ciò resta da vedere giacché c’è ben poco in realtà a sostegno di queste ipotesi. Lo studio sperimentale sulla comunicazione da cervello a cervello che sarebbe rilevante nella radionica per l’interazione operatore-paziente, suggerisce che il trasferimento tra cervelli non è istantaneo, e addirittura a volte capita che il cervello del ricevente risponda prima che quello che trasmette mandi lo stimolo. Come specificato da Bob Charman, “questo apparente riversamento temporale è un non senso di una causa che precede l’effetto, ma in ogni caso, la simultaneità di cambio richiesta di una relazione QE non locale non può essere applicata, perché almeno in questi tre casi documentatii non è avvenuta.”

Le spiegazioni che implicano la meccanica quantistica possono essere descritte come un approccio che va dal basso in alto: estrapolare dal reame del piccolo (il livello subatomico) per arrivare a quello del grande (il mondo della nostra esperienza). Comunque, Chris Clarke della Southampton University ha indicato la grande difficoltà insita in questo approccio per spiegare su larga scala gli eventi quotidiani con effetti quantistici, perché la coerenza dell’entanglement delle particelle che sarebbe cruciale per una spiegazione soddisfacente verrebbe persa in seguito alle interferenze dell’ambiente (risultando in de-coerenza). In altre parole, al di là di studi di laboratorio con i fotoni, il modo in cui le particelle si intrecciano e quindi la natura di qualunque correlazione tra di loro, sarebbe totalmente a casaccio nel mondo più grande, a causa dell’interferenza dell’ambiente. A livello di più grandi sistemi di particelle, per esempio negli organismi viventi, la situazione peggiora ancora a causa della loro grande interazione con l’ambiente. Sistemi più estesi si destabilizzano molto più facilmente di quelli piccoli. Clarke preferisce una visione cosmologica, dove l’intero universo è visto come un sistema quantico e permette un’influenza dall’alto in basso (dal sistema grande al più piccolo) così come influenze dal basso in alto. Questo eliminerebbe il problema della perdita dell’informazione quantica nell’ambiente (de-coerenza) giacché l’universo non avrebbe un ambiente. Cosmologicamente l’informazione non viene mai persa. L’universo rimarrebbe sempre coerente e sarebbe sempre un sistema quantico puro.

Molti operatori lavorano con l’idea che sia il corpo eterico a fornire l’impronta per il corpo fisico. Il corpo eterico fornisce energia, stabilizza e provvede alla crescita e alla riparazione delle cellule ad un livello primario. Le distorsioni del corpo eterico si pensa possano spesso esprimersi come malattia nel corpo fisico. Il concetto di blocco del flusso dell’energia come causa della malattia ha molti avvocati, come Westlake o gli insegnamenti esoterici, tra cui quello degli Huna. Westlake scoprì che per guarire bisognava rimuovere questi blocchi, restaurando un flusso tra i corpi sottili. Fu Tansley a introdurre questa visione teosofa e propria del misticismo orientale nella radionica, come modo di razionalizzare i suoi protocolli. Ma dovrebbe sempre essere ricordato che il concetto dei corpi sottili è solo un modello e non esiste evidenza fisica della loro esistenza. Tuttavia questo modello si è dimostrato utile da molti anni per razionalizzare ciò che accade durante la guarigione. Un certo numero di persone stanno ora cercando di far rientrare questi concetti esoterici in una struttura fornita dalla meccanica quantistica. Se avranno successo si vedrà.

L’importanza del modo di vedere

Un aspetto importante della guarigione riguarda la visione del terapeuta. LeShan enfatizza l’importanza di una visione propria poiché gli operatori di successo credono nel loro approccio alla radionica e tutti vedono la loro area di enfasi (parassiti, virus, traumi, ecc) come la più importante. Tutte le terapie, inclusa quella convenzionale, esistono nella loro propria coerente visione. Queste visione sono cambiate nel tempo e la pratica della medicina è solo il riflesso della attuale visione prevalente. Se la medicina convenzionale ha le sue radici nella visione meccanicistica cartesiana dell’universo, molte medicine complementari come abbiamo già visto, dichiarano di guardare da altre parte per la comprensione dei loro approcci più “olistici”. I terapeuti e fino a un certo punto i pazienti, idealmente lavorano all’interno di una visione condivisa nella quale tutti loro credono. Il lungo addestramento di molti terapeuti, nella medicina tradizionale o complementare, e anche lo sciamanesimo, instillano negli studenti un credo in quella specifica disciplina che permette loro di operare utilizzandola con successo. Molti degli strumenti usati sono visivamente di grande effetto, e formano parte del modo di vedere la terapia. Sono una parte importante del rituale di guarigione, ma dubito che molti abbiano davvero una funziona tecnologica significativa. Ora andiamo più in dettaglio nell’esame del ruolo degli strumenti e delle rate nella radionica.

Il ruolo dello strumento

Ci sono stati innumerevoli esempi di strumenti risultati efficaci quando internamente non c’era alcun filo o si era persa la connessione dei fili, o non erano connessi all’elettricità, e molti operatori hanno lasciato perdere le loro “scatole” a un certo punto durante la loro carriera, avendo scoperto che ottenevano gli stessi buoni risultati anche senza di esse. Addirittura nel 1958 Elizabeth Baerlein scrisse che secondo lei il lavoro radionico non aveva niente a che vedere con fattori meccanici. E allora, che ruolo hanno gli strumenti nella pratica radionica? Molti vedono lo strumento come una estensione della mente dell’operatore che aiuta nell’eseguire il suo intento. Kuepper va avanti dicendo che i protocolli di radionica hanno lo scopo primario di chiarificare l’intento dell’operatore, essendo l’intento il fattore supremo nel decidere cosa farà lo strumento. Lungo le stesse linee King crede che gli strumenti siano esclusivamente ” apparecchiature pratiche che permettono al subconscio di oggettivare le informazioni”. Possono sintonizzare la focalizzazione della mente dell’operatore. La concentrazione è importante ed è qui che il testimone, l’oggetto che rappresenta il paziente può giocare un ruolo. E’ un simbolo di ciò che devi contattare. I testimoni sono quindi non strettamente necessari e Tansley ha documentato diversi casi che lo provano, ma egli credeva che potevano essere necessari per soddisfare le richieste di logicità dell’emisfero sinistro del cervello, come le manopole e le rate, e davvero, per soddisfare l’emisfero sinistro può avere un ruolo primario lo strumento stesso. Fornisce un simbolo fisico del processo di guarigione. Potrebbero anche tenere occupato l’emisfero sinistro del cervello mentre quello destro compie la guarigione. Certo sembrano importanti per distrarre l’attenzione della mente logica durante la guarigione. Tansley descrive questo stato come “attenzione rilassata”. Molti operatori incluso il sottoscritto trovano importante occupare l’emisfero sinistro con materie mondane per permettere la guarigione presumibilmente attraverso l’intervento del subconscio.

Molti di questi strumenti quindi forniscono al terapeuta solamente un mezzo per entrare in una situazione di guarigione, per capire il problema con la sua visione, e per eseguire un rituale che richiami l’energia di guarigione. Questa non è un’idea nuova. Molti altri autori credono che gli strumenti di guarigione rilascino il potenziale di guarigione del paziente ed è il paziente piuttosto che le proprietà dei rimedi che dovrebbe essere esaminata per ottenere una migliore comprensione dei meccanismi di guarigione. Westlake certamente credeva che gli strumenti di guarigione erano semplicemente strumenti per aprire la coscienza del paziente, ed era questo che poi portava ad un cambiamento fisico. King riassume la situazione dicendo che “il vero potere dello strumento giace nell’operatore, non nei suoi attrezzi.”

Dovremmo essere onesti con noi stessi su ciò che succede con la radionica e non cercare spiegazioni ortodosse quando la scienza è manifestamente incapace di darle. Dovremmo accettare che la radionica deve evolvere a livello fisico e mentale per sopravvivere. Come disse Tansley: ” Quasi tutto ciò che non cambia e mantiene una capacità flessibile di adattarsi al flusso delle credenze, rivelazioni e nuove conoscenze deve alla fine cristallizzarsi e frantumarsi, perdendo la sua utilità ed efficacia”.

Il ruolo della coscienza nella guarigione è un filo comune che corre negli scritti di molte persone che hanno fatto e fanno radionica. Kuepper crede che l’essenza della radionica sia “l’unità dell’operatore e del soggetto, stabilita dall’intento e aiutata dallo strumento.” E l’attività fondamentale dietro l’applicazione della radionica è la manipolazione della coscienza.

 

CHI SONO

Roberto Kechler

Roberto Kechler è un ricercatore, si occupa, da appassionato della materia di Radioestesia e Radionica da decenni. Con l’aiuto della Fisica quantistica il suo percorso di strade inesplorate in tali materie lo hanno portato a produrre delle frequenze dinamizzate per attuare l’equilibrio dell’organismo (umano, animale e vegetale) agendo sui campi energetici informati degli stessi.

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